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Firenze2024: di ponti, strappi e attese

Redazione web 15/01/2024


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(0:00 – 10:02)
Cronaca di queste ore il passaggio di testimone che vede Schmidt oggi protagonista dal punto di vista museale ancora non sulla scena dal punto di vista eh politico mentre dai giornali locali di oggi leggiamo che insomma sembra sempre più indebolita la sua possibile candidatura a sindaco. Beh sì ma più che altro veniva fatto presente di recente che eh Tommaso ma se tu fossi un dirigente di segue nome di partito locale fiorentino ma vorresti anche solo correre il rischio di vincere Firenze sarebbe una iattura una iattura per te in primis perché dovresti fare poi probabilmente l’assessore a Firenze metti il caso di dover fare l’assessore a Firenze che sai un sacco di beghe e guadagni molto meno di quello a cui invece molti in realtà stanno ambendo cambiscono silenziosamente che è la regione fare il consigliere in regione significa non avere rotture di sorta guadagnare un sacco di soldi e stare tranquilli per cui molto meglio Capodimonte insomma eh molto meglio Capodimonte molto meglio esatto che il tedesco rimanga dove è perché con il tedesco si dovrebbe anche rischiare di vincere. Su questa etichettatura Schmidt eh si innervosisce e non poco vero ricordiamo naturalizzato italiano cittadinanza conferita da poco ma veniamo invece allora se non a Schmidt ha il piano B del centro-destra perché eh la parte politica gli esponenti le possibili candidature di estrazione politica sembrano le meno probabili in realtà.

Sì diciamo che il piano B è perdere con serenità. Eh quindi poi chiunque abbia il coraggio e la voglia di prestarsi a questo progetto che ha il fine di perdere con il massimo del silenzio possibile la sfida fiorentina per poi permettere a chi ha giustamente anche delle ambizioni personali e anche di stipendio di proiettarci con grande rapidità verso la corsa alle regionali dell’anno prossimo. Ecco questo poi il nome può essere Pinco, Palle, Tizio Caio o Sempronio.

L’obiettivo è perdere con grande serenità ma mi sembra in linea con uno storico del centro-destra fiorentino che va va avanti dall’Ustri. Un’ultima considerazione su questa coalizione ma potrebbero correre anche spaiati cioè c’è la possibilità che poi alla fine ci sia una deflagrazione? Beh quello sarebbe sarebbe grottesco perché sarebbe realmente grottesco perché dividersi per perdere meglio sì ma insomma mi sembra proprio… ecco se riuscissero a fare anche quello diciamo che i locali diciamo i dirigenti locali del centro-destra fiorentino farebbero una figura di quelle che insomma si farebbero l’idea di essere. Perché teniamo presente che chi invece avrebbe ambizione di vedere Firenze contesa sono i maggiorenti romani, sono quelli che vedrebbero nella caduta di Firenze la prova di un rafforzamento del governo e di una totale diciamo quel punto come dire esondazione del consenso verso il centro-destra e che quindi favoriscono queste ipotesi che però appunto è molto scoraggiata dai locali.

E veniamo invece ai grandi ponti non allo stretto di Messina ma ai ponti per cercare un dialogo nel centro-sinistra per le comunali, contatti tra Renzi e Schlein con Franceschini a fare da mediatore sarebbe il pontere Franceschini in queste ore negoziati che sembrano più possibilisti sul fronte romano che su quello fiorentino diciamo. Anche qui esattamente perché questa vicenda di Firenze partita così in sordina e poi diciamo anche la verità noi stessi c’eravamo un po’ dimenticati che Firenze potesse avere questo rilievo a livello nazionale perché sì nell’epoca di Renzi Firenze aveva tutti gli occhi puntati poi con la Pax Nardelliana ci siamo riabituati a quella sonnolenza di città di provincia che raramente ha dei sussulti politicamente parlando di rilievo nazionale. Ora però e non diciamo per ragioni particolari ma perché è rimasta una delle poche broccaforti di sinistra, centro-sinistra scusami, è ovvio che c’è un’attenzione molto forte soprattutto da parte romana.

In questo caso diciamo che intanto il mandare Franceschini a trattare con Renzi registra due cose, la prima è che ci vuole uno con tanto pelo così per trattare con uno come Renzi e hanno scelto Franceschini che se devo dire la verità se Renzi è uno scaltro Franceschini non è da meno, riduce da l’ultima esperienza da ministro, lui l’ha passata attraversando tre governi sempre come ministro della cultura, quindi ha una certa resilienza e quindi mandare uno scaltro abbastanza da tenere botta a Renzi è stata una mossa giusta, dall’altra però è come se il Partito Romano dicesse ai locali ragazzi avete fatto abbastanza casino, ora cerchiamo di rimettere le cose in ordine perché va bene la convinzione che noi si vince perché si vince, però se siamo così convinti c’è il rischio di battere una musata, visto soprattutto tutte le ultime iniziative tipo vedersi partire via un pezzo di partito, non sono state proprio brillantissime. Certo, poi torneremo sui candidati, su Derrela, il riferimento che facevi adesso, ma una considerazione su questo inasprimento nel rapporto Renzi-Nardella che viene a questo punto da lontano questo cambio di rapporto e un Renzi che continua a mandare stilettate su tutti i temi cercando di bruciarlo, posizionarlo a Bruxelles in modo tale che sia sempre meno politicamente importante la sua impronta su queste amministrative. Che ormai sia diventata una vicenda che secondo me è risondata dalle vicende politiche per arrivare quasi a degli aspetti caratteriali personali, dal vederla da fuori sembrerebbe proprio così.

Tutto iniziato con la delusione di Nardella di scoprire che quello che considerava un amico aveva invece il cinismo politico necessario da considerare maggiormente rilevanti per sé gli interessi che doveva gestire rispetto alla decantata amicizia con Nardella. Mi ricordo un caso eclatante che fu quello della moschea dove Renzi intervenne a smentire tutto un lavoro fatto nei mesi addirittura a Nardella di Cucitura perché c’erano delle questioni che a Renzi interessavano in quanto il terreno dove, come dire, nelle cui prossimità doveva andarci a costruire la moschea era di qualcuno che finanziava delle attività, in quel caso lì era l’unità che Renzi aveva un pochino a cuore. Nardella si rimase malissimo perché pur di fare l’interesse di qualcuno che ha a cuore per motivi di saccoccia, mentisce a me con un’intervista veramente durissima e da lì è stato un inizio di sgarbi molto più portati avanti da Renzi che però giustamente anche Nardella a quel punto si è armato per rispondere.

Ora è degenerato ad un livello che metterse a ricucire altro che a quel filo. Penso sia una roba che avverrà quando vecchi si sederanno davanti a un camino e ripenseranno ai loro asti ormai sepolti, ma ci ne vorrà. A proposito di strappi oramai ufficializzati, Tommaso l’uscita dal PD di Cecilia del Re, la leader adesso di Firenze democratica, nelle scorse ore sui social è tornata a farsi sentire a far sentire la sua voce all’indomani di un incontro che ha organizzato da parte del suo nuovo movimento per discutere di alcuni temi ritenuti da lei prioritari per il futuro della città.

Si è di nuovo scagliata contro il PD, contro l’assordità rispetto alle necessità di cambiamento. Mi ha colpito il fatto che abbia sottolineato nuovamente, non ha nominato Sara Funaro, ma l’ha ridefinita la candidata a sindaco di Nardella. Questo puntare su questa eredità dalla quale Funaro sta cercando di smarcarsi in termini di necessità di cambiamento, aderenza ai mutamenti sociali, il parlare di Sara in terza persona.

C’è questa volontà da un lato del Re e non solo da parte sua, dall’altro c’è questa necessità politica di Sara Funaro di ottenere, conquistare una sua personalità. In realtà non mi pare che Funaro stia facendo molto per smarcarsi, mi sembra anzi totalmente in continuità. Lo capisco, ribadisco quello che avevamo già detto settimana scorsa, credo che arriverà il momento in cui si dovrà un po’ smarcare.

Però per adesso anche l’intervista fatta con te settimana scorsa contro radio mi è sembrata un’intervista del tutto in linea con l’eredità presa da Nardella. Se posso essere un po’ cattivello e con questo una critica, se uno la prende per bene, è anche una consulenza gratuita, un linguaggio un po’ troppo da burocrate, un linguaggio in cui sembrava che lei stesse parlando a un’assemblea cittadina del PD, non deve parlare solo a loro. Certo, gli elettori parli ovviamente prima ai suoi, poi però c’è pure bisogno di allargare anche la tua retorica, anche il tuo voglione di abbracciare insieme, non solo insieme a quelli del PD, ma anche ad altri.

(10:03 – 12:50)
È un consiglio. Un consiglio in vista anche dell’appuntamento pubblico cittadino di venerdì, l’incontro con i cittadini, con i fiorentini al palacongressico in qualche modo. Sì, perché finora mi è sembrato, poi per carità è pure normale, se tu per mesi sei abituata a vedere relazioni con uno specifico pubblico, è normale anche che stabilisci un po’ il tuo modo di parlare rispetto a quel pubblico.

Ora forse però bisognerebbe un po’ immaginare che si sta parlando a un pubblico un pochino più grande, se si ha l’ambizione di andare a cercare dei voti che non sono solo quelli del PD, che pure possono bastare a vincere a Firenze, che pure uno può anche ragionare sul punto del a me bastano i miei e li voglio segnare tutti. Però ecco, a sentirla io che non sono un iscritto del PD, mi dava un po’ quella sensazione lì. Cecilia Del Re invece sta adottando una tecnica pancia a terra anche dal punto di vista della comunicazione.

Sì, rimane un fatto anche lì politico dell’incastro scomodo di Cecilia Del Re, perché tu sei tra un PD che pur con tutte le difficoltà del caso rimane un grande partito, almeno su Firenze, e un Matteo Renzi che se si parla di giocare di pirateria, nel senso di politica corsara, è il numero uno assoluto. E tu rimani un po’ schiacciata tra uno che nel muoversi libero è il numero uno, ma non a Firenze, in Italia probabilmente, e dall’altro un Moloch dal quale sei appena uscita è quella di un partito che con tutte le sue ingessature, però rimane lì grosso, non è facile in quella situazione. Capisco ora il cercare di ribadire che Sara Funaro ha questo ruolo di candidata di Nardella, perché ho giustamente l’intenzione di rappresentarla, rimane comunque un ruolo politicamente scomodo se non si vede apparire all’orizzonte uno sbocco più solido per la sua iniziativa politica.

Continueremo queste riflessioni naturalmente lunedì prossimo, magari con un focus in particolare sulla sinistra, che nell’ambito della coalizione di centro-sinistra e parlo di sinistra italiana, è sempre più indispettita da queste prove di ricucitura con Italia Viva, dall’altra oggi la sinistra afferente a Sinistra Progetto Comune, dunque l’opposizione in Palazzo Vecchio di Palagi e Bundu, fa una conferenza stampa proprio sulle amministrative, sulle elezioni comunali. Dunque ne avremo da commentare. Grazie nel frattempo a Tommaso Ciuffoletti.

Grazie a te Chiaro, un abbraccio, stai bene.

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