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Tutti al voto!

Tutti al voto! del 05 Marzo 2024 08:40

regia 05/03/2024


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Speaker 0: È di giugno prossimo saluto subito raffaele palumbo qui con me naturalmente

Speaker 1: bentornati bene bentornato al nostro ospite che presentiamo subito

Speaker 0: alessandro de giuli parliamo di una lista civica quest’oggi firenze rinasce buongiorno

Speaker 2: buongiorno buongiorno a tutti si parliamo di una lista civica firenze rinasce

Speaker 0: Come è nata e da chi è nata?

Speaker 2: Allora, è una novità, credo sia per I temi che porta, sia per il nome, che per le tematiche e le ragioni che presenta l’elettorato alle prossime elezioni. Nasce sostanzialmente nelle piazze, nasce negli eventi che si sono susseguiti in questi ultimi quattro o cinque anni. Le ultime piazze sono state quelle della Palestina e io sono qui presentandomi come sostenitore della causa palestinese, siamo stati in piazza per denunciare quello che sta succedendo nella striscia di Gaza, al massacro e ci siamo ritrovati lì, Ci eravamo ritrovati negli anni precedenti per contestare l’assurda russofobia che questo paese si è bevuto in questi anni portandoci alla soglia della guerra. Noi siamo seriamente preoccupati per il futuro del nostro paese, ma dell’Europa, dell’Ucraina. La russofobia è una delle cause, è il sostrato ideologico che porta tutti I governi che ci sono succeduti, I due governi che ci sono succeduti da quando è iniziata l’operazione speciale in Ucraina a inviare armi e quindi essere parte attiva nella guerra in corso.

È nata negli anni precedenti, nei due anni tenebrosi del Covid, dove siamo stati da diversi governi, composti da diverse forze politiche, in piazza per contestare l’assurda gestione dell’operazione Covid. Una chiusura in casa, popolazione terrorizzata, obblighi vaccinali

Speaker 0: discriminati. Lui è stato in testa al comitato No Green Pass?

Speaker 2: No, sono stato uno degli animatori, mi sono impegnato molto, prima di allora non facevo politica da quando ero un ragazzo, da quando… Dagli anni 80, l’ho fatto politica negli anni 70, negli anni 80, ero militante di democrazia proletaria, allora poi ero fatto la mia carriera politica, la mia carriera professionale e poi mi sono ritrovato a pensare che non si poteva accettare quell’operazione, quel taglio dei diritti costituzionali.

Speaker 1: Sottotitoli di Luca Gardella Naturalmente queste nostre trasmissioni sono dedicate, come dire, squisitamente all’informazione in modo che I nostri ascoltatori possano farsi un’idea e capire in qualche modo quali sono I contenuti, grande limite. Dai primi esperimenti giornalistici del 1600 addirittura si vedono questi titoli molto asciutti su dei bigliettini, uno dei nostri limiti è quello di dover sintetizzare e alle volte anche mettere delle etichette per far capire. Questo è un limite, me ne rendo conto, però come dire, a lei gli si vorrebbe dare di Novak, di Philo Putin, eccetera eccetera. Come risponde a queste sollecitazioni che le sarebbero fatte da già alte volte immagino?

Speaker 2: No, io ho fatto tutte le malattie, sì, ce le ho tutte. Io rispondo con un altro nostro slogan, una sintesi che abbiamo con gli altri. Noi siamo il buon senso del dissenso. Noi non siamo particolarmente amici dell’idea che non ci si debba mai vaccinare. Diciamo che ogni individuo, ogni famiglia deve essere libera di scegliere quale terapia intraprendere.

Non può essere obbligata come è stata obbligata durante il periodo dell’operazione Covid. Quindi io porto ancora oggi I miei complimenti a quei lavoratori che hanno resistito. C’è gente che si è fatta I tamponi tre volte alla settimana, tamponi farlotti, per poter lavorare. C’è gente che non ha lavorato, è rimasta a casa senza stipendio. Quell’operazione è un neon della democrazia italiana che resta intellibile insomma.

Speaker 1: Il termine operazione speciale non lo usa nemmeno più Putin.

Speaker 2: Il termine operazione speciale non lo usa nemmeno più Putin, così comunque si chiama altrimenti dichiarerebbe guerra, perché non è una guerra, è un’operazione speciale. Poi si può disquisire, ma loro sostengono che non sono entrati in guerra contro l’Ucraina, ma fanno un’operazione con un popolo che considerano amico di fatto, parlano russo, almeno gran parte della popolazione ucraina che è russofona, ha cultura russa e quindi La guerra per il governo russo è una guerra contro un popolo slavo che nell’ideologia puttiniana è un importante tassello della costruzione.

Speaker 0: De Giurri, veniamo alla città perché questi riflessori comunque sono alla base questa lotta contro la sudditanza, che voi dite anche dell’amministrazione comunale rispetto al capitale finanziario e non solo anche al contesto geopolitico, però veniamo ad alcuni punti che hanno a che fare proprio con delle scelte cittadine di tipo urbanistico per esempio. Voi siete per una revisione del progetto tranviario, in che senso?

Speaker 2: Allora il progetto tranviario è un progetto che nasce vecchio, è costosissimo ed è estremamente rigido. Nel mondo della flessibilità, dove la gente cambia lavoro tre o quattro volte durante la vita, dove I poli di attrazione delle persone che vanno a dormire in un quartiere, non so, a Scandiccia e poi lavorano per dieci anni della loro vita nel centro commerciale vicino ai Gigli, hanno bisogno di un collegamento che vada velocemente da dove loro vivono, da dove loro dormono, da dove lavorano. Questo la tranzvia non lo permette, la tranzvia è rigida, disegna una città che rimane identica per un numero di anni illimitato tendenzialmente. È costosissima.

Speaker 0: Ma secondo la vostra visione come si può intervenire adesso su questo? Perché siamo a conferenza di servizio per il tratto rovezano, siamo alla prova di esercizio per Piazza della Libertà San Marco, insomma la fortezza a San Marco la vedo difficile.

Speaker 2: La fortezza a San Marco, ormai la frittate, è fatta. Da Fortezza a San Marco I dati economici parlano di un costo, per quella tratta lì, di 30.000 euro a metro lineare, che sono 3 milioni a chilometro. Cioè è un costo assurdo, la media europea parla di 12.000 euro a metro lineare, quindi è più del doppio, è un costo assurdo in una città che ha bisogno invece di investimenti per le abitazioni. Sentivo ieri il rappresentante alla vostra trasmissione del PD, per il PD il problema principale è quello abitativo, mancano case popolari ad affitto agevolato, quelle che ci sono non possono essere messe in affitto perché vanno ristrutturate e non ci sono I soldi, eppure vengono fuori I progetti, come quelle da Tramviero, I soldi vengono sprecati inutilmente. Se fossero comprati degli autobus a ricarica veloce, elettrici, per fare le cose preferenziali bastavano poche ore di lavoro, non avremmo avuto I cantieri, ed è una cosa che possiamo ancora fare.

Le tratte che mancano trasformiamole in tratte ad autobus elettrico, Questo renderebbe la città più gradevole perché con meno cantieri, daremmo una soddisfazione agli abitanti che non vogliono vedersi I cantieri sotto casa per anni, è terribile, non vogliono vedersi gli alberi tagliati, non vogliono vedersi la viabilità poi stravolta, perché io sono in una zona dove c’è la tramvia, alcuni vantaggi li ho, altri non li ho perché non me li può dare, e però una viabilità seriamente compromessa quando io prendo l’automobile perché ho bisogno di andare a Mondeggi, io sono in Mondeggino, devo prendere la macchina, non posso andarci perché impiegherei tre ore e quindi la mia giornata finirebbe in trasporto.

Speaker 1: Ma il vostro movimento è di destra o di sinistra?

Speaker 2: Il nostro movimento pensa

Speaker 1: che… Ho detto bene a dire movimento?

Speaker 2: Nostro movimento, sì, è un’opinione, è un’area culturale, è un’area politica. Non c’è un partito

Speaker 1: diciamo così, esatto.

Speaker 2: No, Non c’è un partito.

Speaker 1: Allora va bene.

Speaker 2: A me piace di più area culturale politica però è un movimento, siamo molto attivi. Saremo in piazza il 16 marzo nel pomeriggio in piazza Strozzi, per protestare contro il nuovo e informare sul nuovo piano pandemico nazionale. Ma questo per dire che siamo un movimento attivo. Diresto o di sinistra? No, noi vediamo chi da destra e chi da sinistra, perché poi un passato, soprattutto se si ha una certa età, lo si ha tutti.

Però a noi è molto evidente che siano etichette che ormai non rispecchiano la realtà dello scontro politico reale. Oggi lo scontro è chiaramente tra chi sostiene il neoliberismo, chi è disposto a farci conti, un neoliberismo che ci porta alla guerra, che ci porta a tagli di bilancio continui e quindi se non ci sono I vigili di quartiere, se alle cascine c’è una situazione di disagio per l’emergenza criminalità, dipende da tagli di bilancio, non è il sindaco della città che ha deciso che lui I vigili quartieri non li vuole. Non ci sono perché I bilanci neoliberisti imposti da BCE e comunità economica EU impediscono che poi I comuni possano avere I fondi sufficienti per manutenere I giardini, avere scuole decenti, eccetera eccetera.

Speaker 0: A proposito di quartieri e anche di bilanci, c’è una che lei ha citato, Voi proponete un aumento dei quartieri, addirittura fino a 16 se non ho capito bene, con quali funzioni? Perché questa necessità?

Speaker 2: È una necessità perché le città strutturate in questo modo, I quartieri ormai non hanno più nessuna ragione d’essere così come sono, hanno semplicemente una funzione consultiva e di cigna di trasmissioni di decisioni che vengono prese a Palazzo Vecchio. Invece bisognerebbe che la gente fosse richiamata a partecipare alla vita politica della città e Il quartiere era uno strumento con cui questo si poteva fare. Tra l’altro noi proponiamo anche un’assemblea permanente come programma della lista, un’assemblea permanente che si autoconvoca e avoca a sé il diritto di decidere che cosa è giusto o che cosa non è bene fare in città. Perché il decentramento è importante, la partecipazione è importante. Soprattutto in questo momento in cui siamo noi e il nostro specchio telefonino come cittadini del mondo, c’è un grosso invece bisogno e necessità di confronto reale, quindi il quartiere può essere uno strumento.

Speaker 1: Prima parlava di nuovo piano pandemico.

Speaker 2: Sì, no Il nuovo piano pandemico è un atto dovuto, il governo ogni 4 anni deve rinnovare il piano pandemico nazionale per prepararsi, per diventarsi pronto in caso di scopio della pandemia. Non era mai successo che scoppiasse, poi è stata dichiarata la pandemia, è scoppiata e quindi si sono seguite alcune linee guida. Il piano presentato dal governo, poi il governo ha detto, cambieremo in seguito ad una interrogazione di un consigliere leghista, ah sei di destra, sei fascista, e un consigliere eleghista dice cambieremo il piano pandemico, noi incalziamo il governo e chiediamo di cambiare il piano pandemico perché per ora è una fotocopia del precedente, mentre invece quantomeno Noi diciamo che chi ha gestito il piano pandemico precedente, la pandemia precedente, non dovrebbe mettere bocca sul nuovo piano pandemico, bisognerebbe rivedere gli obblighi rispetto ai dictati dell’OMS, suggerimenti dell’OMS e soprattutto dovrebbe essere un piano pandemico che tiene conto che il Paese non può obbedire ai desiderati di Big Pharma, delle grandi corporation della medicina e della farmacia mondiale.

Speaker 0: Allora siamo quasi in conclusione, però ci sono degli aspetti dal punto di vista del vostro programma che vi avvicinano un’area di centro-sinistra, anzi più di sinistra diciamola, non utility, no all’aeroporto, no al sottotraversamento Tav. C’è anche un no alla smart city, lei parlava prima dei telefonini, di questa dipendenza che noi abbiamo, ma anche di una gestione dei dati che non vi convince che andrà a concentrarsi in questa cabina di regia.

Speaker 2: Certo, questo è un problema che riguarda Firenze, riguarda il Paese, riguarda il mondo. La gestione dei dati oggi viene fatta da pochissime aziende mondiali di fatto, dai GAFAM, che sono Google, Amazon, Apple, Microsoft, sembrano che le ricordate tutte. E Poche aziende hanno la possibilità di gestire I dati e questo vuol dire che hanno la possibilità di Indirizzare I nostri comportamenti individuali verso posizioni che non sono scelte dai soggetti, dalle famiglie, dalla popolazione, dalla chiesa, collettivamente, che non sono scelte dalla società civile, ma sono scelte da bisogno di profitto sostanzialmente e di consenso, di ricerca del consenso di queste poche aziende. E quindi dobbiamo starci molto attenti, ma riflettuto molto su questa cosa, perché rischiamo di passare senza rendercene conto in una società che noi chiamiamo postumana, dove chi decide non è il nostro intelletto, la nostra tradizione, ma è l’algoritmo. Questo è inaccettabile.

La Smart City, una città costruita in quel modo rischia fortemente di dare un colpo.

Speaker 1: Quindi voi siete contenuti anche al 5G e cose del genere?

Speaker 2: Io penso che non ce n’è nessun bisogno, che bisogno abbiamo del 5G? Io sono connesso con il 4G perfettamente, non c’è bisogno, c’è un bisogno da parte di poche corporation mondiale di svilupparsi, dobbiamo ricominciare a pensare a uno sviluppo che veda al centro l’uomo, l’individuo.

Speaker 1: Questo pipong tra questioni globali e questioni locali, torniamo su quelle locali che io prima accennava al tema della sicurezza che sarà un altro tema che è un altro tema da tempo ormai non solo di queste campagne elettorale ma in campagne elettorale naturalmente le candidate e I candidati si misurano molto sull’approccio al tema della sicurezza. Leppina citava le cacine, ci sono altre realtà. Qual è il vostro approccio a questa vicenda?

Speaker 2: Voi qui bisogna, è uno dei problemi che si risolvono solo globalmente, le persone che provocano problemi di sicurezza in città sono persone che non hanno reddito, non hanno abitazione, non hanno legami sociali, non sono I ragazzi delle famiglie bene fiorentine che possono essere un po’ molesti ed iscoli, ma non vanno tutte le sere a sfondare vetrine. È il bisogno che genera, il bisogno non soddisfatto che genera la delinquenza, gli atti delinquenziali e quindi l’insicurezza dei cittadini. Perché c’è questo è chiaramente dovuto a ragioni globali e questo va ammesso. Come si può fronteggiare? Intanto con politiche che abbiano sufficiente bilancio per gestire l’ordine pubblico e anche per gestire I bisogni di queste persone.

Alle cascine, non so se lo vedete, il martedì c’è un sottomercato di una sotto economia poverissima dove per esempio una barbie recuperata dal cassonetta viene messa in vendita a 80 centesimi, di modo che il babbo o la mamma della bambina…

Speaker 0: E che viene sistematicamente sgomberato.

Speaker 2: Viene sistematicamente sgomberato, ma questo… Vabbè il vigile deve fare così, è obbligo, ma il problema è che esiste a Firenze una sotto economia poverissima. Questo va risolto, come dovrebbe essere risolto il problema della popolazione Roma, l’Ormatello, sono problemi che vanno affrontati e risolti con politiche attive.

Speaker 0: Allora, 8 e 58 minuti, siamo veramente in chiusura però a questo punto siccome voi siete state in una delle prime liste realtà che si è presentata per la corsa alle amministrative vi siete dichiarati aperti al dialogo. In questi mesi ci sono state delle interlocuzioni? Andrete avanti da soli? C’è stato un avvicinamento rispetto a un’area?

Speaker 2: Allora, no, è molto difficile interlocuire con le altre liste. Abbiamo avuto interlocuzioni con tutti, noi veramente abbiamo parlato con tutto l’arco politico da destra a sinistra e anche con le liste che stanno nascendo nei quartieri. La nostra idea è che si debbano fare liste, raggruppamenti il più possibile unitari e continuiamo a ritenere che questo sia possibile e necessario, perché sarebbe veramente importante cacciare quella oligarchia politica che ha retto Palazzo Vecchio in questi anni e quindi un’unità delle forze d’opposizione è indispensabile. Quindi noi continuiamo a essere disponibili al dialogo con tutti.

Speaker 1: A interlocuzioni con tutti. Sono le 9 in punto, salutiamo il nostro ospite di questa mattina, Alessandro De Giuli, Firenze Rinasce, stiamo parlando delle elezioni amministrative del 9-10 giugno, ma l’abbiamo detto così tante volte che cominciamo a perdere la bussola di quest’anno, parleremo prestissimo in questa settimana anche delle elezioni europee che è un tema che viene scaramente trattato fino a questo momento restate con noi perché tra pochissimo arriva Marco Vichy con il suo ultimo libro. Sottotitoli creati dalla comunità Amara.org

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