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Tutti al voto!

Tutti al voto! Dmitrij Palagi candidato sindaco per SPC, PRC, Possibile, PaP

regia 30/01/2024


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Speaker 0: Speciale Newsline, tutti al voto.

Speaker 1: Di nuovo buongiorno dalla redazione di Controradio, siamo nello studio di ControradioWebTV per questo approfondimento di Tutti al Voto, una trasmissione che ci accompagnerà da qui alle amministrative europee di giugno. Saluto subito Raffaele Palumbo che mi ha raggiunto in studio.

Speaker 0: Ben trovati, ben trovati.

Speaker 1: E ospite di oggi è Dimitri Palagi, candidato della Sinistra Firenze sostenuto da Sinistra Progetto Comune, Rifondazione Comunista, Poteri al Popolo è possibile, ben trovato.

Speaker 2: Buongiorno, grazie.

Speaker 1: Partiamo dalla cronaca, dalla cronaca politica e istituzionale perché ieri, giornata di votazione del bilancio in Palazzo Vecchio alla fine la maggioranza ha tenuto nonostante insomma tutte le pressioni e le interlocuzioni e gli annunci con Firenze Democratica e con Italia Viva e voi sinistra progetto comune di cui fa parte anche come consigliere comunale in Palazzo Vecchio avete ribadito la solita maggioranza per il solito mandato.

Speaker 2: Non è cambiato nulla, si sono dette molte parole in queste settimane confondendo secondo me anche il dibattito pubblico. Io penso che chi sta nelle istituzioni un conto è la campagna elettorale e ancora ufficialmente non è iniziata, un conto è il ruolo che si svolge all’interno del Consiglio Comunale. Dire per settimane che serve di scontinuità e poi fare a gara a chi rivendica meglio il proprio bilancio. Ieri noi abbiamo assistito al, chiamiamolo, nuovo corso del PD schleiniano che rivendicava il bilancio come clinesiano e invece la parte più legata a Italia viva che diceva che era un bilancio più moderato e riformista. Nella sostanza noi l’abbiamo detto anche al sindaco che ci ha ringraziato, per noi non era un grande complimento, noi abbiamo evidenziato che nonostante la pandemia, quindi sono aumentate le diseguaglianze, avevamo detto niente sarà più come prima, nonostante due guerre e il fatto che noi abbiamo un bilancio che è costruito su tassa del turismo e fondi che arrivano dall’Unione Europea legate alla ripartenza PNRR, noi abbiamo ancora un bilancio, noi sosteniamo sbilanciato a favore del turismo e con un modello insostenibile che vede aumentare le deseguaglianze dove non si fa abbastanza prevenzione e quindi noi abbiamo ribadito il fatto che c’è una coerenza rispetto agli ultimi 15 anni di questa città.

Matteo Renzi sindaco, Nardella 1, Nardella 2. Devo dire che appunto all’irra delle dichiarazioni che abbiamo letto sulla stampa ieri era una corsa chi si rivendicava meglio il sindaco perché poi alla fine il sindaco io quando sento Stefania Saccardi o Matteo Renzi parlarmare di questo sindaco e di questa giunta mi chiedo che cosa ci stanno a fare lì dentro perché ne fanno effettivamente parte in una maniera anche abbastanza anomala perché Italia Viva non c’era sulla scala elettorale 2019. È stata una scelta di questo sindaco e di questo partito democratico quella di fare entrare Italia Viva all’interno della Giunta prima ancora che nascesse un gruppo consigliare con le due consigliare fuori uscite dalla lista Nardella e dal Partito Democratico.

Speaker 0: I toni sono soft su questo, nel senso che ieri sera, poi ne parleremo dopo quando parleremo di Stefania Saccardi, Matteo Renzi ha detto sono contento di aver benedetto Dario Nardella, il primo mandato è stato un ottimo mandato, nel secondo si è un po’ perso, quindi non ha usato parole particolarmente enfatiche per denigrare rispetto a quella che è la sua candidata. Però prima vorrei fargli una domanda, nel senso che lei praticamente in questo momento è l’unico candidato ufficiale della sinistra, diciamo così. Ma non c’è stata anche una sorta, non voglio dire di risentimento, però a un certo punto si è sviluppato un dibattito, Montanari che doveva benedire questo o quell’altro, la del re e a un certo punto forse lei e Antonellabundo vi siete alzati e avete detto scusate ma noi sono cinque anni che stiamo facendo un certo tipo di lavoro per cui ci saremmo anche noi.

Speaker 2: Noi abbiamo rivendicato una dimensione diversa rispetto a quella di Matteo Renzi che vene disce. Noi abbiamo rivendicato il fatto che…

Speaker 0: Questo non avevo dubbi, devo

Speaker 2: dire. No, ma è una questione di cultura politica, perché a me colpisce quanto anche il Partito Democratico, che comunque noi riconosciamo ha una componente importante antifascista, che viene dalla tradizione del movimento delle lavoratrici e dei lavoratori, una parte viene dal PC. Noi, questa dimensione collettiva del venire da lontano e andare lontano ce l’abbiamo ancora e abbiamo notato che Montanari acquiva ancora oggi tutta la nostra solidarietà perché continua a essere diciamo utilizzato noi diremmo dal cosiddetto campo progressista ogni sua dichiarazione viene enfatizzata soprattutto dai suoi avversari in particolare Matteo Renzi, quindi noi non abbiamo fatto uno strappo o voluto segnalare che c’eravamo anche noi, noi semplicemente dal luglio abbiamo fatto un percorso che forse è stato più silenzioso, cioè noi abbiamo fatto una serata di restituzione, abbiamo detto noi abbiamo fatto un gruppo consigliare in comune nei cinque quartieri per 4 anni, a luglio eravamo diciamo all’incirca 4 anni, abbiamo fatto degli incontri sul territorio, abbiamo fatto dei tavoli participativi per comprendere quali esigenze erano cambiate all’interno della città e avevamo detto da tantissimo tempo che a metà gennaio avremmo anche avanzato una proposta facendo una cosa molto chiara si parte dalla dimensione collettiva esistono dei noi, esistono delle comunità, quelle comunità si confrontano in maniera aperta, quelle comunità avanzano una proposta in maniera chiara rispetto all’alternativa del campo del centro-sinistra che oggi tutte le varie anime si contendono.

A noi piacerebbe che visto che il centrodestra al momento ha rinunciato a svolgere un ruolo dialettico all’interno delle istituzioni ci possa essere effettivamente un’alternativa che è ben radicata nelle istituzioni, conosce la macchina comunale, ha fatto posizione prima di noi, ci sono stati gruppi consigliari, esperienze importanti, poi cambiamo nomi e forme per citare guzzanti, ma siamo sempre quelle nostre comunità che si prendono cura di questi percorsi e di questi contenuti, noi speriamo in questa occasione arrivando al ballottaggio e poi vincendo ci sia una sinistra pronta a governare come ci sono state le altre esperienze. Quindi direi che in realtà è chiaro che cambia il contesto dell’informazione in cui si inserisce questo percorso, ma è andata avanti in maniera assolutamente tranquilla.

Speaker 1: Lei ha citato il campo del centro-sinistra, la metafora calcistica è stata utilizzata da Stefania Saccardi ieri spiegando che è candidata per un centro-sinistra alternativo. Si può votare un candidato diverso senza cambiare il campo. Ora, questo campo a sinistra, come è? Quanti giocatori ci sono e come spiegare a un elettore che è sinistra italiana in coalizione con per sostenere Funaro, che c’è appunto il candidato a sinistra, che poi c’è l’area Montanari, che vedremo poi il 10 febbraio cosa farà emergere, da un punto di vista proprio dell’interlocuzione con chi dovrà esercitare e speriamo lo eserciti il diritto di voto.

Speaker 2: Beh, intanto noi speriamo che col progetto che presenterà Montanari ci sia una convergenza e quindi non vogliamo dare per il scontato che ci siano delle opzioni alternative, anzi ascolteremo con interesse il progetto che presenterà. Rispetto a Sinistra Italiana io credo che noi dobbiamo impegnarci a evitare polemiche personali, loro hanno fatto una scelta, noi non riusciamo a comprenderla ma è legittimo che si facciano delle valutazioni diverse, noi crediamo che il no alla nuova pista dell’aeroporto, il no all’ingresso dei privati nella gestione dei rifiuti dell’acqua e del gas, quello che tutti I giorni noi utilizziamo, quella gestione dei servizi essenziali non debba prevedere l’ingresso del privato, quotazione in borsa o meno, che debba essere quindi portata avanti con una gestione assolutamente pubblica e ripensato complessivamente il progetto della multiutility. Sinistra italiana la pensa come noi non al 90% al 98% perché insieme a noi hanno iniziato il percorso di sinistra progetto comune Quindi la loro valutazione è bisogna andare a governare a qualsiasi costo Noi sosteniamo che bisogna andare a governare convincendo le persone che si astengono e non credono più nella politica e quindi non ci dobbiamo contendere quell’elettorato affezionato della sinistra. Noi dobbiamo parlare alla cittadinanza perché sono elezioni comunali e spiegare sulla base dei programmi e delle posizioni che abbiamo sempre avuto e che sono collegate anche agli atti che abbiamo sempre portato in Consiglio Comunale, spiegarli qual è l’opzione in termini di contenuto, non in termini di posizionamento.

Altrimenti noi rischiamo di fare una campagna elettorale che è alla limite del Gosp, mi permetto di dire, ma questo è il sistema politico-istituzionale che si presta. Io non sono mai per accusare il fatto che c’è l’informazione che presta più attenzione alla singola declarazione. È una politica che purtroppo noi l’abbiamo vista, si è impoverita tanto di conto inutile. E quindi noi l’abbiamo visto anche durante la pandemia quando ci dicevano a un certo punto che dovevamo votare tutto perché eravamo in una sorta di emergenza, quasi in guerra. Noi abbiamo sempre sostenuto che non c’era da fare una guerra, c’era da prendersi cura delle persone, ascoltarle e costruire delle risposte nuove.

Speaker 0: Mentre Londra veniva bombardata in parlamento si discuteva, diciamo così, ecco per riferirci a qualche anno fa Tormaso Montanari anche da questi microfone ha detto citando Papa Giovanni 23, si incontra un viandante, noi gli chiedono dove viene ma dove va. Convince questa impostazione anche rispetto ad un affratellamento a proposito del teatro con la del re?

Speaker 2: Diciamo che quando andiamo in una situazione di crisi, in una vertenza, in uno sfratto, noi non è che chiediamo alle persone con cui facciamo politica cosa hanno votato. Io sono abbastanza sicuro in questi quattro anni e mezzo di aver incontrato delle persone che hanno votato anche a destra o che non sono andate a votare. Quindi non è che si fanno le analisi del sangue rispetto al progetto che viene costruito. E che mancano pochi mesi dal voto, ieri Firenze Democratica ha votato il bilancio, a tutti gli effetti fa parte della maggioranza. Io credo che sarebbe un segnale di grande confusione se a pochi mesi dal voto chi ha fatto opposizione in maniera chiara, limpida, sui contenuti, senza far mancare…

Noi alcune delle libere le abbiamo votate. Quando c’è stata necessità di sostenere un progetto, pensa ai pannelli fotovoltaici per questa città, perché c’è il tema dei cambiamenti climatici, quindi noi non è che andiamo in aula e diciamo vabbè, non importa fare nulla, basta votare contro. Abbiamo sempre cercato di stare nel merito delle vestioni dall’altra parte prendo atto e appunto c’è questo campo del centro sinistra che non è il nostro rispetto al quale bisogna capire anche quali sono I contenuti perché io faccio fatica a capire esattamente perché Italia viva partito democratico, Firenze democratica la pensano nello stesso modo sui contenuti e litigano esclusivamente sul tema delle candidature. Noi quella è proprio una dimensione che non ci appartiene. Quindi noi non ci interroghiamo da dove vengono le persone, ci interroghiamo che cosa vogliono fare dal 10 giugno, perché se noi vinciamo le elezioni dobbiamo essere chiari su cosa facciamo non c’è niente di peggio che mettersi insieme contro fino al 9 giugno e poi dal 10 giugno creare un disastro bisogna essere molto chiari il mandato elettorale e il mandato con cui noi vogliamo vincere deve essere

Speaker 0: un mandato chiaro E’

Speaker 2: un 10

Speaker 0: giugno e dire ora che si fa?

Speaker 2: Bisogna dirlo prima bisogna convincere le persone a votarci non perché sono stanche del partito demografico, perché questo sentimento di stanchezza pensiamo che sia normale dopo 15 anni, ma bisogna convincere il positivo su quello che vogliamo fare.

Speaker 1: Tommaso Montanari aveva annunciato varie interlocuzioni tra cui anche un dialogo, un confronto con lei, non so se sia già avvenuto o se avverrà dopo il 10 di febbraio. Cecilia Derree ai nostri microfoni ha risposto che rispetto a una terza candidatura ci fosse una convergenza di progettualità, farebbe anche un passo indietro nel suo caso?

Speaker 2: Noi abbiamo fatto una delle prime conferenze stampa, credo, da quando ho memoria, in cui ci si presenta e mi viene chiesto, diciamo, se c’è una disponibilità a fare un passo indietro. Per noi non è una questione in personale Però la tranquillità con cui questa io penso sia un elemento positivo spesso si dice la politica è un elemento negativo Noi abbiamo delle comunità all’interno delle quali si può fare militanza si può stare dentro le istituzioni Io ho avuto questa grande emozione dal punto di vista personale di poter svolgere questa funzione, ma è a disposizione del nostro progetto. Quindi se il progetto di cui faccio parte chiederà di fare valutazioni diverse anche sul piano personale, non ci sono assolutamente problemi. Il fatto è che noi, devo riconoscere che il capogruppo del Movimento 5 Stelle e Cecilia Del Rey, quindi Roberto de Blasi e Cecilia Del Rey sono venuti a una nostra iniziativa al Teatro Lippi a sentire quelli che erano I contenuti che noi portavamo, abbiamo apprezzato che siano stati li a ascoltare. Quando ci saranno eventualmente dei progetti altrettanto chiari sul cosa si vuol fare e non soltanto sul tema delle alleanze, noi ovviamente dialogheremo.

Però ribadisco, si vota tra poche settimane e quindi bisogna andare in maniera molto chiara davanti a tutte le persone perché sappiamo bene che Italia viva, Partito Democrafico e il centrodestra quando partirà hanno purtroppo altri mezzi economici con cui affrontare questa campagna elettorale.

Speaker 0: Altra del scivolone di Cecil Holberg, lo scivolone esluzionale è abbastanza grave dal punto di vista di chi dirige un luogo come la Galleria dell’Accademia, che ha definito il Firenze meriettrice. Stefania Saccardi ieri al Puccini ha parlato di una Firenze sciatta, sporca e insicura. Per lei Firenze come arriva questo appuntamento elettorale?

Speaker 2: Impaurita e stancca. È una città dove non si ha grande fiducia nelle istituzioni, dove si pensa che di fronte a un problema la risposta sia individuale, quella di trovare il favore, trovare la pensura sensibile che ti dà una mano, noi lo vediamo anche per come le persone si rapportano al nostro gruppo consigliare, ribadisco, una situazione di emergenza abitativa, noi spesso troviamo la necessità di svolgere una funzione di mediazione tra la persona che viene sfrattata e la piccola proprietà che non ha responsabilità, quindi non è che si può far carico la piccola proprietà del fatto che non c’è abbastanza dirizia residenziale pubblica in città. Penso alle pretenze lavorative quando una persona perde il lavoro, noi lì troviamo veramente la necessità di costruire meccanismi che non siano solo di solidarietà, ma che siano anche di risposta politica collettiva. Lì c’è la crisi, ovviamente, delle grandi organizzazioni, delle organizzazioni politiche, e questa è una città che ne risente tanto. Io sento molti richiami anche alla tradizione cattolica, che non è l’unica tradizione religiosa di questa città, a me sembra che ci sia un vuoto di politica, perché quando si continua a citare la dimensione religiosa a fronte di una scadenza elettorale vuol dire che evidentemente c’è una mancanza.

Rispetto a questo le suggestioni, le parole sono relativamente importanti. C’è un lavoro patitiano, faticoso, che noi abbiamo cercato di portare avanti e rispetto alle quali le istituzioni dovrebbero dare una risposta. Dico solo una cosa, rispetto a un tavolo partecipativo, a noi la cittadinanza ci ha detto, noi non ne possiamo più di essere ascoltate e ascoltati, noi vorremmo anche delle risposte e questo penso che sia molto significativo, almeno a me ha segnato quella che deve essere la priorità ad esempio anche sul tema della sicurezza, senza risposte qualsiasi parola suona vuota.

Speaker 1: Sarà anche questa la cifra stilistica dell’appuntamento di sabato 3 all’affratellamento? È frutto di un percorso che sta continuando alla luce di un’opposizione che è stata praticata nelle sedi istituzionali. Non ci sarà come è avvenuto fin adesso il video di ricostruzione della storia politica e personale della persona, le cartoline a fine serata per intenderci?

Speaker 2: No avanciremo 8 priorità che sono gli elementi su cui vogliamo caratterizzare questa prima fase assolutamente sì cercheranno di essere anche non soltanto delle parole chiave, delle suggestioni, ma saranno degli elementi che dice quando governate, dal 9 di giugno o il giorno dopo il val dottaggio, che cosa effettivamente volete fare? Quelli sono gli elementi. Non ci appartiene nemmeno la retorica dei primi 100 giorni, perché poi bisogna conoscere quella della macchina amministrativa. A noi quello che ribadiremo anche all’affratellamento è che noi vogliamo un nuovo patto nella società con le istituzioni e mettere al centro le persone che ogni giorno poi portano avanti le decisioni dell’amministrazione. Quindi sono le lavoratrici e I lavoratori dei servizi essenziali del comune e chi lavora in appalto.

Noi spessissimo ci siamo ritrovati a seguire delle persone che garantiscono servizi essenziali, che quindi ogni giorno tu prendi una decisione e poi c’è qualcuno che la deve realizzare, quelle persone spesso vengono disconosciute dall’ente stesso. Faccio un esempio su tutti, le bibliotecari e I bibliotecari in appalto. Quello è un personale che ogni giorno garantisce servizi essenziali, che quando c’era l’allora assessore della cultura Saki diceva che erano servizi essenziali quanto la sanità, la cultura era importante quanto la sanità, quindi una cultura diversa dal turismo, non qualcosa da consumare ma qualcosa che fa bene, crea solidarietà e crea relazioni tra le persone. Rispetto all’elemento della dimensione culturale e chi tutti I giorni lavora in quei servizi c’è stata una disattenzione molto forte e io aggiungo un’altra cosa c’è un problema anche di benessere psicologico in una condizione di povertà di diseguaglianze queste lavoratrici e questi lavoratori in appalto si sono sentite e sentiti sconosciuti dall’amministrazione comunale Questa è una cosa molto grave che è successa, che noi non mancheremo di denunciare e ad esempio prendersi cura di quelle persone vuol dire costruire servizi bibliotecari migliori perché riesci a avere persone che ogni giorno riescono a interloquire con la città e dare continuità a un servizio.

Speaker 1: Servizi bibliotecari di cui ci siamo ampiamente occupati con il personale che si sono svuotati delle loro risorse. Ci torneremo, torneremo su questo tema dalle nostre frequenze. Nel frattempo ringraziamo il candidato a sinistra per Sinistra Progetto Comune, Rifondazione Possibile e Poteri al Popolo, Dimitri Palagi, per la candidatura a sindaco di Firenze, ricordando che tutti al voto tornerà domani, ci sarà candidato di anima a Firenze Giovanni Fittante in questi studi.

Speaker 0: Grazie a voi A trovare, noi ci risentiamotra pochi secondi.

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